Nato a Roma, giovanissimo lascia l’Italia e matura la sua preparazione artistica a stretto contatto con i gruppi sperimentali delle Gewerbeschule di Berna e di Zurigo, dove compie accurati studi di ricerca figurativa, scultura e nudo. Tornato in Italia, consegue il diploma all’Accademia di Belle Arti. La pittura di Renzo Verdone si collega alla tradizione del “bello estetico” di ordine classicistico, avendo l’artista espresso la convinzione che il suo “saper fare” non va slegato dal rigo...Nato a Roma, giovanissimo lascia l’Italia e matura la sua preparazione artistica a stretto contatto con i gruppi sperimentali delle Gewerbeschule di Berna e di Zurigo, dove compie accurati studi di ricerca figurativa, scultura e nudo. Tornato in Italia, consegue il diploma all’Accademia di Belle Arti. La pittura di Renzo Verdone si collega alla tradizione del “bello estetico” di ordine classicistico, avendo l’artista espresso la convinzione che il suo “saper fare” non va slegato dal rigore, che si è andato perdendo, delle tecniche del passato e dai linguaggi che si sono succeduti nel tempo. E questo perché il rispetto della tradizione per Verdone passa attraverso la revitalizzazione non solo delle forme acquisite dalla storia dell’arte, ma anche dell’immaginario collettivo moderno che le ha aperte al movimento, all’infinità spaziale e luminosa, secondo quei linguaggi che hanno accompagnato gli artisti nel cammino verso il continuo presente. La violenza drammatica delle sue figure raccontava la disperazione e la rabbia di una generazione. Quegli occhi sperduti, stanchi e vuoti. E poi quelle mani, quelle terribili mani nodose che erano parte essenziale nei suoi dipinti. La sua pittura, scavando nell’animo ci rivelava quello che inconsciamente ci nascondevamo: I’infinita sete di luce.